There is an huge paradox for educators: the place where the biggest educational changes have come is not our schools; it is everywhere else but our school...(informal learning through peers, the Internet, Youtube, television, games, cell phones, and lots of emerging opportunities). After school, no onetells kids what to learn or do. They follow their interests and passions, often becoming quite experts in the process.
...What today's kids do have a short attention span for are our old ways of learning.
WHAT TODAY'S STUDENT WANTThey do not want to be lectured to
They want to be respected, to be trusted, and to have opinions valued and count
They want to follow their own interests and passions
They want to create, using the tools of their time
They want to work with their peers on group work and project
They want to make decisions and share control
They want to connect with their peers to express and share their opinion, in class and around the world
They want to cooperate and compete with each other
They want an education that is not relevant, but real
Io condivido(!) e osservo che non sono solo gli studenti di oggi a volere tutto ciò: noi studenti di ieri non avevamo le stesse esigenze?
RispondiEliminaParlo per me. E' vero quello che dici ma io, all'età di mio figlio, 6 anni, avevo meno autonomia di pensiero, ero più inquadrata, non riuscivo neanche ad immaginare di essere più brava dei miei genitori nel fare qualcosa, il mio desiderio di condivisione era relegato al momento del gioco con gli amici e delle confidenze con le amiche. Avendo molti meno stimoli visivi e videogiochi, ero più portata all'ascolto e meno al confronto alla pari. Non credo di aver mai espresso un mio parere personale in classe, nei primi anni delle elementari, che fosse anche vagamente in contrasto con quello che diceva l'insegnante. Pari era invece la voglia di essere rispettata, di inseguire le mie passioni, di condividere tutto con i miei amici. Minori le possibilità.
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