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martedì 27 settembre 2011

NATIVI DIGITALI gran romanticoni...


 
Sono disobbedienti, maleducati, disordinati ma i nostri figli sono comunque dei gran romanticoni bisognosi di affetto. Ne ho avuto ulteriore prova l'altro giorno quando ho assistito alla proiezione dell'ultima puntata di Smallville, un'anteprima internazionale all'interno del Romafictionfest di Roma.
Chi ha introdotto il telefilm ha fatto notare ai 1000 ragazzi delle superiori presenti in sala che i veri protagonisti, forse nel senso dei responsabili del successo della serie, erano loro. Il pubblico si è sentito chiamato parte in causa ed è intervenuto rumorosamente in ogni scena gradita. Infatti non c'è stato bacio tra Loris Lane e Superman, frase d'amore, momento strappa lacrime, discorsone retorico sul darsi all'altro completamente, promessa di matrimonio che non sia stata accompagnata da fragorosi applausi e urla di incoraggiamento. Più che in un auditorium, dove si dovrebbe in teoria ascoltare e basta, sembrava di stare allo stadio. Questa marea di adolescenti però non si esaltava per un gol ma per un “non riesco ad immaginarmi una vita senza te”. I ragazzi amano l'amore. E cercano l'amore in tv.
Un indagine della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) ha rilevato come la tv sia spesso l'unica fonte di informazione sul sesso adolescenziale, seguita da Internet naturalmente. In particolare gli adolescenti italiani detengono il primato europeo per l'importanza che danno alla televisione nella loro educazione sessuale. Il 64% di loro vorrebbe avere più informazioni a scuola, il 44% a casa.
In Svezia l’educazione sessuale è, infatti, obbligatoria per tutti dai 7 ai 19 anni. Negli Stati Uniti è materia scolastica dal 1965, nel Canada è obbligatoria dal 1984, in Francia lo è dal 1973.
Ed adesso è arrivata anche in Italia: dal 2003 l’educazione sessuale è entrata a far parte dei programmi scolastici approvati dal ministro dell’istruzione Letizia Moratti. Ho appena ritirato i libri di seconda elementare di mio figlio e in quello di educazione civica ci sono diverse paginette dedicate all'educazione all'affettività. Mia nipote alle scuole medie studia educazione sessuale, con grande soddisfazione di tutta la classe.
La scuola entra quindi in un settore che sinora è stata prerogativa delle famiglie e dei media. La finalità è di sviluppare negli alunni la capacità di ascolto e di espressione dei propri sentimenti nel rispetto degli altri e di essere in grado di intrattenere buone relazioni, di vivere in maniera consapevole le proprie scelte affettive e sessuali, conoscendo bene i metodi di contraccezione e le malattie sessualmente trasmissibili.
Quello che mi chiedo è perché non si faccia un passo ancora in avanti, sempre nell'ambito del programma ministeriale naturalmente: portare la tv a scuola. Abbiamo visto come questa scatoletta sia maestra di sessualità e allora si dotrebbe creare un corto circuito positivo tra il settore educativo e quello di intrattenimento. Si potrebbero mostrare le fiction, i telefilm, le serie più viste dagli adolescenti in classe e, partendo da quel loro vissuto quotidiano, parlare di affetto e sesso in maniera critica.
Invitando gli alunni a esprimere liberamente le loro curiosità, i loro dubbi, le loro ansie si possono ristrutturare informazioni scorrette e sbloccare problematiche tipiche dell'età adolescenziale. Perché Mary è rimasta incinta senza volerlo? Perché Paul ha mentito alla sua fidanzata? Perchè Marco non vuole ammettere di essere omosessuale?
In ogni classe c'è una Mary, un Paul o un Marco che ha bisogno di confrontarsi con gli altri. E Facebook o messenger potrebbe non essere sufficienti. C'è bisogno di educatori, genitori e docenti, di figure autorevoli, di riferimento che però siano in grado di parlare la stessa lingua digitale dei ragazzi.