Il libro si può ordinare in una libreria Feltrinelli o sul sito www.lafeltrinelli.it/



domenica 31 ottobre 2010

CREATIVITA'. L'importanza di liberarla...

Essere creativi è sempre più importante. La creatività si impara con la cultura, la curiosità, le libere associazioni, le distrazioni ma anche con la condivisione. La creatività si insegna. La scuola, a volte, in questo settore, è fuori sync. Ripensare il sistema di studio dei compiti a casa può aiutare a sviluppare questa capacità. La net generation ha tutti gli strumenti (video on demand, connessioni globali, maggiori contatti con altre culture) per generare soluzioni originali, più di quante ne avessimo noi. Nel mio libro non c'è nessuna soluzione, nessuna idea geniale, solo un supporto per quei genitori che si trovano con i loro bambini attaccati a Internet tutto il tempo e non capiscono perchè, e dove stiano andando a finire...

GENITORE EDUCATORE: Come deve essere...

(Secondo me...)
Centrato sui bisogni del bambino, flessibile, esperto di comunità, creativo, connesso in rete, interattivo, accessibile... in altre parole, deve sforzarsi di avvicinarsi più possibile ai "nativi digitali"!

BLOG. E' il vecchio diario? Non proprio...

BLOG: Un posto dove le riflessioni personali cercano un feedback.
WIKIPEDIA: La costruzione collettiva di un sapere condiviso
SOCIAL NETWORK: la creazione di connessioni
MULTIMEDIA: espressione di creatività
SKYPE: connessioni più personali

TECNOLOGIA. Perchè?

Using technologysuccessfully  in a classroom is a mindset not a skill-set...

OPEN SOURCE. Cosa vuol dire...

Tutti possono pubblicare
Tutto il materiale open source è gratis
Le comunità incoraggiano le condivisioni di questi materiali
Ci sono strumenti per commentare e per la libera espressione testuale, audio e video
L'opens source supporta il social networking

NATIVI DIGITALI. Chi sono...

Gli studenti di oggi sono "nativi digitali" (Marc Prensky).

Visual learners
Multi-taskers
Short attention spans
Use technolgy to express
Information analyst
Content producer
Real time learners-Instant messages, text messages

RECENSIONE LIBRO. Doctissimo

Fare i compiti on line

Fare i compiti on line
© Jupiter


E' da poco uscito un libro che si intitola “Aiuto, mio figlio deve fare i compiti”. E' scritto per tutte quelle mamme che si trovano a dover convincere i figli a fare i compiti a casa, per aiutarle a trasformare lo studio in qualcosa di divertente e leggero.
In particolare si sofferma su come internet ed il computer possano velocizzare lo svolgimento delle ricerche ed appassionare maggiormente i ragazzi.
Una volta c'erano le enciclopedie cartacee con tanto di venditori porta a porta che ogni tre mesi suonavano il campanello per convincere i nostri genitori dell'importanza fondamentale di quei 15 tomi per la cultura di tutta la famiglia.
Oggi è tutto a portata di click ed ogni ricerca si può trasformare in un vero e proprio viaggio nel tempo.
Non solo date e riferimenti storici ma anche usi e costumi dell'epoca, fotografie e disegni originali, tutte cose che possono coinvolgere maggiormente i bambini ed invogliarli ad approfondire l'argomento studiato.
Ovviamente è importante essere sempre presenti ed aiutare i propri figli nelle ricerche per evitare che finiscano in siti poco raccomandabili.
Del resto anche per noi genitori un aiutino dalla rete sarà sempre ben accetto, sopratutto quando i nostri figli inizieranno a studiare tutte quelle cose che noi adulti abbiamo riposto in un angolino ben nascosto del nostro cervello.
Niente più ripassi forzati per evitare di fare la figura degli ignoranti con i pargoli, un bel click e via, saremo i loro super colti genitori!
Non bisogna però dimenticare l'importanza dei libri cartacei, anche se in futuro tutto sarà elettronico l'amore per le cose belle e delicate deve comunque essere tramandato alle generazioni future, non credete anche voi?

venerdì 29 ottobre 2010

IL FUTURO DI INTERNET. Non possiamo neanche immaginare...

I believe that we cannot even begin to image the changes that are going to trake place as the two-way nature begins to flower, and that even those of us who have spent time imagining this future will be astounded by what happens.
Steve Hargadon

giovedì 28 ottobre 2010

RECENSIONE. Doctissimo

Fare i compiti on line

Fare i compiti on line
© Jupiter


E' da poco uscito un libro che si intitola “Aiuto, mio figlio deve fare i compiti”. E' scritto per tutte quelle mamme che si trovano a dover convincere i figli a fare i compiti a casa, per aiutarle a trasformare lo studio in qualcosa di divertente e leggero.
In particolare si sofferma su come internet ed il computer possano velocizzare lo svolgimento delle ricerche ed appassionare maggiormente i ragazzi.
Una volta c'erano le enciclopedie cartacee con tanto di venditori porta a porta che ogni tre mesi suonavano il campanello per convincere i nostri genitori dell'importanza fondamentale di quei 15 tomi per la cultura di tutta la famiglia.
Oggi è tutto a portata di click ed ogni ricerca si può trasformare in un vero e proprio viaggio nel tempo.
Non solo date e riferimenti storici ma anche usi e costumi dell'epoca, fotografie e disegni originali, tutte cose che possono coinvolgere maggiormente i bambini ed invogliarli ad approfondire l'argomento studiato.
Ovviamente è importante essere sempre presenti ed aiutare i propri figli nelle ricerche per evitare che finiscano in siti poco raccomandabili.
Del resto anche per noi genitori un aiutino dalla rete sarà sempre ben accetto, sopratutto quando i nostri figli inizieranno a studiare tutte quelle cose che noi adulti abbiamo riposto in un angolino ben nascosto del nostro cervello.
Niente più ripassi forzati per evitare di fare la figura degli ignoranti con i pargoli, un bel click e via, saremo i loro super colti genitori!
Non bisogna però dimenticare l'importanza dei libri cartacei, anche se in futuro tutto sarà elettronico l'amore per le cose belle e delicate deve comunque essere tramandato alle generazioni future, non credete anche voi?

martedì 26 ottobre 2010

INTERVISTA TG COM

I compiti? Oggi si fanno online

I social network per apprendere meglio

“Aiuto, mio figlio deve fare i compiti!” è una frase passata per la mente di tutti i genitori che ora è diventata il titolo di un libro. L’autrice, Maila Paone, invita a un uso più massiccio del web nei compiti per casa e condanna le madri che puniscono i figli togliendoli la connessione. Perché “distrarsi è un processo creativo e cognitivo”. Maila tiene un blog dedicato “ai feisbukmaniaci e i feisbukfobici. Per chi si annoia a fare i compiti e si vuole godere ogni attimo della vita”. Il volume non si trova, però, nelle librerie: si prenota alla Feltrinelli o sul sito http://www.lafeltrinelli.it/


È un libro più utile ai ragazzi o alle mamme?I figli dovrebbero comprarlo ai genitori. Mi arrivano mail di mamme che odiano Facebook punto e basta.

La conoscenza appresa su Internet è più superficiale?Sì, ma fino a un certo punto. A mio figlio a scuola hanno fatto scrivere: “Cristoforo Colombo scoprì l’America con tre caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria”. Se vado in internet con lui, oltre alla pagina di Wikipedia dedicata a Cristoforo Colombo, trovo foto e video. Un ragazzino può appassionarsi alle parti di cui era composta una caravella, una bambina ai vestiti del tempo. Si ricavano delle esperienze sensoriali che permettono di ritenere meglio le informazioni perché collegate a un’esperienza emotiva.

Ha fatto leggere il suo libro alle insegnanti di suo figlio?No, ci sto pensando. Ho paura perché dico che la scuola è noiosa, però mi piacerebbe molto.

L’utilizzo dei social network come integrazione o sostituzione?Come integrazione, in cui l’apprendimento avviene in maniera più rilassata.

Secondo un sondaggio pubblicato dalla Commissione europea, un adolescente su otto vive esperienze scioccanti in rete e manca ancora di competenze e di sicurezza nell’uso di internet. Come commenta?Solo 8 o 9 anni fa in Internet c’erano un sacco di maniaci sessuali. Per fortuna, adesso siamo usciti dal Far West dell’anonimato. Si può scegliere di stare in contatto e chattare con chi si conosce. Un consiglio ai genitori: andate in rete con i figli, instradateli e fate comprendere loro come si usa.

Durante il  Congresso della Società italiana di pediatria si è individuata la causa di alcuni disturbi adolescenziali nella mancanza di uno spazio autonomo dedicato al gioco da bambini: i cosiddetti giochi di strada...Sono d’accordo, i bambini devono sporcarsi il più possibile. In piazza si possono incontrare gli amici con cui si è chattato poco prima.

In Gran Bretagna il 40% dei bambini non sa più scrivere in corsivo a causa dell’uso massiccio dei pc…Questa è una cosa che non mi piace. La scrittura è la prima forma di espressione grafica, denota disciplina ed esprime la personalità del bambino. È la prima tappa verso forme più complesse. In Italia, per fortuna, questo problema non ci riguarda ancora.

Le fonti in Internet non sono affidabili al 100 %...I genitori devono guidare i bambini a divagare cercando spunti sulla rete. Poi, però, bisogna tornare al libro di testo arricchiti dalle esperienze sensoriali che si sono fatte guidati dalle proprie emozioni.
Maria Rosa Pavia

domenica 24 ottobre 2010

PRESENTAZIONE DEL BLOG. Dedicato a quelli che...

Questo blog è dedicato a tutte quelle persone che hanno deciso di mettersi in casa piccoli esseri sconosciuti, mutanti, cangianti, spesso ricattatori, mai paganti sempre pretendenti. Intollerabili egoisti disordinati. E poi hanno deciso di amarli per sempre, visceralmente. Di dedicarsi a loro e rinunciare alla propria inalienabile libertà. Io sono una di queste persone, mi chiamo Maila e ho scritto un libro: “Aiuto, mio figlio deve fare i compiti!”.
Questo blog è la mia terapia.

FANTASIA. Per vincere le olimpiadi di matematica ci vuole fantasia

Da il corriere.it di ...6 anni fa! 
Il ministro: «Meno compiti a casa»
«I ragazzi devono avere più tempo libero». Impegnati per 10 ore e mezzo la settimana


Il ministro: «Meno compiti a casa»
ROMA — L’idea gli è venuta pochi giorni fa, quando ha ricevuto gli studenti italiani che hanno vinto le olimpiadi di matematica: «Nessuno di loro— racconta il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni — è Archimede Pitagorico. Sono ragazzi normali, hanno la fidanzata, giocano a pallone. Mi hanno spiegato che di mattina a scuola imparavano le teorie e il pomeriggio a casa si divertivano ad applicarle a giochi, rebus, invenzioni ».
Giochi, invenzioni, pallone, fidanzate: altro che quelle valanghe di esercizi e regolette da mandare a memoria che allietano le giornate dei nostri ragazzi (e spesso anche dei loro genitori). L’idea, quindi: «Credo che i compiti—spiega il ministro al programma de La7 In Breve — dovrebbero essere svolti prevalentemente in classe in modo che a casa i ragazzi, il pomeriggio, possano interessarsi agli elementi che inducono loro curiosità».
Per questo Fioroni annuncia la creazione in tempi stretti di un «gruppo di lavoro». Un comitato di esperti che studi la questione e «rifletta attentamente sull’ipotesi di dare indicazioni e possibilmente anche risorse per favorire tempo pieno e prolungato». Magari più tempo a scuola, insomma, ma una volta suonata la campanella libri e quaderni chiusi. Il ministero non potrà «ordinare» di ridurre il carico di lavoro: il principio dell’autonomia scolastica fa sì che ogni istituto possa decidere come regolarsi. Ma la questione, adesso, è sul tappeto.
Del resto il confronto con gli altri Paesi fa riflettere: in Italia si studia a casa dieci ore e mezza la settimana, quasi il doppio della media Ocse. Perché? Il pedagogista Franco Frabboni — preside della facoltà di Scienza della formazione dell’Università di Bologna — chiama in causa i programmi: «Da noi gli insegnanti pensano solo ad arrivare alla fine del libro di testo. Si trasformano in sacerdoti che devono assicurare il culto del programma.
E allora pur di arrivare all’ultima pagina appioppano masse insostenibili di lavori a casa». Quello della lunghezza dei programmi è un altro record italiano. Più di una volta il professor Frabboni ha fatto parte delle commissioni chiamate a rivederli. «Si comincia sempre con l’intenzione di sfoltirli — racconta — ma poi per ogni materia entrano in gioco le lobby. Avere un programma più snello significa avere meno prestigio, meno ore di insegnamento e quindi meno cattedre, meno di posti di lavoro. E alla fine nessuno sposta una virgola».

venerdì 22 ottobre 2010

FACEBOOK: Un paese di chiaccheroni!

Italiani campioni di Facebook
siamo i più connessi al mondo

Sei ore e 27 minuti al mese passati sul sito di Zuckerberg: più di ogni altro Paese. A chattare in rete sono soprattutto le giovani tra i 15 e i 35 anni

di MARIA NOVELLA DE LUCA
Siamo la nazione al mondo che trascorre più tempo su Facebook, sei ore e 27 minuti al mese in connessione con amici vecchi e nuovi, contro le sei ore degli Stati Uniti e le 4 ore e dodici minuti ogni 4 settimane degli "utenti" francesi. Più che una moda Facebook sembra una febbre, una seconda pelle, una dipendenza, un bisogno.

Gli italiani, e non soltanto i più giovani, non riescono più a vivere senza il loro social network di riferimento, in una "interrealtà" dove le emozioni non sono più soltanto virtuali ma neanche del tutto vere, e dove la community accompagna ogni passaggio della giornata, ogni fase della vita, amore, lavoro, nascite, morti, matrimoni, divorzi. Dando luogo a "processi di relazione inediti", in cui la grande spinta è quella di "poter finalmente raccontare se stessi" come scrive Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione all'università Cattolica di Milano, e autore del libro "I social network" edito dal Mulino, appena arrivato in libreria.

Un saggio dettagliato e chiaro in cui si ripercorre la storia dei social network, da Facebook a MySpace, da Twitter a Linkedin, per spiegare quanto nel giro di pochissimi anni queste famiglie in Rete ci abbiano cambiato la vita. A partire dagli ultimi dati diffusi dalla Nielsen, che non solo indicano l'Italia come capofila dei frequentatori di Facebook con 16 milioni di iscritti, ma ricordano che soltanto nel 2003 il tempo medio passato sui social network non superava i 15 minuti al mese, per arrivare a tre ore e mezzo nel 2008, fino appunto alle 5 ore e oltre del 2010, come media mondiale. Dunque una rivoluzione che cammina a una cyber-velocità aprendo scenari ancora tutti da interpretare. "I social network - si chiede Giuseppe Riva - sono una moda o un fenomeno duraturo? E quali effetti possono avere sui processi di relazione e di identità?". Molti, moltissimi, se si guarda un social network come Facebook dall'interno, osservando la filigrana dei meccanismi di conoscenza che lì dentro si creano.

"Uno degli elementi che salta agli occhi - dice Riva - è che se gli uomini sono numericamente più numerosi delle donne, sono poi le donne e le ragazze dai 15 ai 35 anni a passare più tempo in connessione, quelle che si aprono di più, raccontano di se stesse e dei loro sentimenti, diventando così anche i soggetti più vulnerabili del social network". Ci sono infatti più profili dei principali dei frequentatori di Facebook, ma due sono quelli dominanti. "C'è chi lo utilizza per mettersi in relazione - aggiunge Giuseppe Riva - per farsi conoscere, e chi invece ama guardare le vite degli altri, navigare senza mostrarsi, spiare esistenze e identità". Non solo però. In questo gioco di intrecci e di pezzi di sé che vengono "regalati" al web, con una enorme difficoltà poi a cancellare queste tracce e restituire privacy alla propria vita, emerge una nuova categoria psicologica, ossia un nuovo modo di pensare, oggetto di studio della "ciber-psicologia". "Ci troviamo nella categoria dell'interrealtà - conclude Giuseppe Riva - e il rischio di vivere in questa dimensione, soprattutto per i giovanissimi nati con Facebook, è quella di confondere il vero e il virtuale, con conseguenze anche drammatiche. Senza contare quante tracce di sé si lasciano inconsapevolmente con un profilo su Facebook, offrendo ad altri la possibilità di conoscerci anche al di là di quanto avremmo voluto".

giovedì 21 ottobre 2010

VIDEOGAME come collante generazionale (senza abusi, certo...)

Il Ministro dell'Istruzione Gelmini pensa ai videogiochi come uno strumento didattico per le scuole e le università. Approfittando della seconda edizione del Games Forum (oggi a Roma, NdR) l’Aesvi, l’associazione degli editori italiani di videogame ne ha approfittato per divulgare qualche dato e coinvolgere le istituzioni nel dibattito sull'intrattenimento interattivo.

Come si legge nel rapporto ISPO ormai la diffusione dei videogiochi nei nuclei familiari con figli tra i 6 e i 17 anni è capillare. "Il 70% utilizza regolarmente i videogiochi, un numero pari a circa 700 mila famiglie, dove il 20% di queste arriva a considerare i videogame un vero collante generazionale tra mamma e papà e i ragazzi, con momenti regolari di gioco assieme su console o su pc", sottolinea il Corriere della Sera al riguardo. Il dato percentuale raddoppia in presenza di genitori con età compresa tra 25 e 34 – probabilmente ex videogiocatori.

"I videogiochi sembrano capaci di tradurre i riti dell’infanzia in un linguaggio più adulto", ha spiegato il professor Renato Mannheimer, responsabile della ricerca. Tanto più che l'81% dei giocatori lo riconosce un momento formativo soprattutto per migliore le capacità di utilizzo dei dispositivi tecnologici.
"I videogiochi oggi rappresentano un'opportunità per introdurre nella scuola linguaggi digitali e nuove strategie di apprendimento", ha commentato al Corriere il ministro Gelmini."Dalla ricerca infatti emerge chiaramente come i genitori attribuiscano ai giochi elettronici un valore dal punto di vista cognitivo. La nuova generazione di videogiochi didattici offre molte opportunità e non è un caso che siano ormai utilizzati anche all’interno di percorsi universitari".

INTERVISTA a...me!

http://www.uscatanzaro.net/modules.php?name=News&file=article&sid=21889

mercoledì 20 ottobre 2010

EMOTICON ART: La scuola che vorremmo

Il miglior prof d’Italia: Luca Piergiovanni

Vi piacerebbe ritornare a scuola e trovare un professore giovane, appassionato di tecnologia e vincitore del titolo “Docente dell’anno”?
Si tratta di Luca Piergiovanni, insegnante 37enne che ha vinto il titolo di “Docente dell’anno” conferito dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, che ha istituito questo concorso assieme a Microsoft per valorizzare chi sa «migliorare la didattica nelle scuole attraverso la tecnologia» .
Luca e i suoi studenti hanno realizzato il progetto Emoticon Art in poesia  che vuole riflettre l’uso degli emoticon nella didattica e nella poesia. In un’intervista su Radio Deejay Luca ha citato un esempio di lezione dove mette a confronto i componimenti dei classici della letteratura italiana con i testi dei più famosi cantautori italiani.

venerdì 15 ottobre 2010

PRESENTAZIONE del libro

La scuola é noiosa e i compiti a casa lo sono ancora di più. Sottraggono tempo agli amici, alle chat, alle ricerche su Internet, ai videogiochi, alle reti virtuali. Oggi, fuori dalla scuola, i ragazzi godono di una libertà amplificata grazie ai nuovi mass media e il loro modo di accedere alle informazioni è più emotivo e coinvolgente. La finestra televisiva non ha più l'appeal di una volta. Internet, con le sue infinite connessioni, è diventato il simbolo concreto di un mondo completamente fluido. Di tutto questo la scuola non sembra rendersene conto, mentre la famiglia sente il contraccolpo a casa al momento di fare i temuti compiti. Noi riteniamo che questa incombenza possa diventare un momento di svago e di conoscenza reciproca tra genitori e figli. Nel manuale accostiamo l'immaginario de Il mondo di Patty, una soap opera per teenagers, a quello del Flauto magico di Mozart. Studiamo le capitali europee partendo dai calciatori stranieri. Associamo Achille a Brad Pitt, la storia dell'antica Roma ai lucchetti di Ponte Milvio. E tutto questo lo facciamo con un uso continuo di foto, video, informazioni prese da Internet. Ci serviamo della Play Station, dei lettori mp3 e delle applicazioni sul telefonino. Studiamo continuamente immersi in un liquido universo visivo e musicale. Ci distraiamo, molto, ma per renderci le cose più vicine, vive e interessanti. Lo facciamo perchè la memoria è selettiva e conserva solo quello che gli piace o gli è utile. Siamo spregiudicati nel cogliere ogni suggestione polifonica della nostra cultura e non ce ne vergogniamo. Il nostro obiettivo è uno solo: studiare bene e velocemente per poter andare subito a giocare.

giovedì 14 ottobre 2010

SOCIAL NETWORK. Ogni volta che si parla di social network il tono è questo! Uff...

1. Attenti all’identità: nella vita reale, se qualcuno si maschera puoi accorgertene subito. In Rete è molto semplice assumere identità diverse da quella vera. Quindi non dare mai indirizzi, numeri di telefono o altre informazioni che ti rendano rintracciabile a persone che non hai già incontrato nella vita reale.

2. Pedofili nascosti:
se ti trovi in un sito dedicato ai giovani e incontri un adulto, sii prudente. Cosa ci fa un adulto sul sito dove si aiutano gli studenti a svolgere i compiti? Se ti contatta, fai attenzione ai tuoi dati personali e agli appuntamenti.
3. Pornografia verbale: esistono forum per ragazzi dove si discute sul sesso usando un linguaggio esplicito. In questi luoghi è più facile incontrare persone che hanno secondi fini, quindi è meglio evitarli.
4. Appuntamenti al buio? No grazie: molti ragazzi vogliono incontrare gli amici virtuali. Se anche tu ne hai voglia, prendi appuntamenti in luoghi molto frequentatati e fatti sempre accompagnare. Infine non dimenticarti di avvertire i tuoi genitori su orario e luogo dell’incontro.
5. Stalking: se qualcuno ha il tuo numero di telefono, conosce il tuo indirizzo di casa, sa dove vai a scuola o in palestra, può usare questi dati per intromettersi in maniera molesta nella tua vita privata.

6. Cyberbullismo:
in Rete è facile diventare bulli, non serve la violenza fisica. Un fotomontaggio che ti ridicolizza può farti star male se lo vedono i tuoi amici. Se qualcuno apre un gruppo sul tuo social network con lo scopo di prenderti in giro, potresti rimanerci molto male. Se sei una vittima di questi comportamenti, segnala gli abusi ai gestori del sito dove si trova il materiale.
7. Furto di identità: se un ladro ti ruba il passaporto, difficilmente potrà usare la tua identità. Ma se qualcuno conosce username e password, può usare indisturbato il tuo nome e la tua faccia virtuali. Perciò usa password complesse (es. numeri e lettere) e imposta domande di “recupero password” a cui solo tu sai dare una risposta.
8. Violazione della privacy: le informazioni che ti riguardano sono di tua proprietà. Perciò se trovi una foto o un video che ti riguardano su internet, ma non sei d’accordo, puoi segnalare l’accaduto ai gestori del sito dove si trovano questi contenuti.

9. Livelli di Privacy:
i social network ti permettono di scegliere le persone a cui mostrare il tuo profilo. Ricordati di impostare sempre i “livelli di privacy” affinché i tuoi dati non siano mai pubblici.
10. Evasione dalla realtà: esagerare con le relazioni virtuali può isolarti dal mondo reale. Non stare troppe ore al pc, esiste ancora la vita reale.

martedì 12 ottobre 2010

DISTRARSI FA BENE. E' la tesi di Aiuto, mio figlio deve fare i compiti!

Meno stress e più creatività
Articolo di FEDERICO RAMPINI per Repubblica
NEW YORK - Non divagate. Concentratevi. Focalizzate le energie su un obiettivo alla volta. D'ora in avanti quando sentite le raccomandazioni di cui sopra, ignoratele. Nell'interesse vostro e dell'umanità intera. E se nel corso della lettura di questo articolo vi distraete varie volte per pensare ad altro, è un ottimo segno: di creatività, oltre che di salute mentale. Invenzioni scientifiche, capolavori artistici, utopie politiche, tutto questo lo dobbiamo alla nostra capacità di fuggire dalla realtà e sognare a occhi aperti. Lo dimostrano le ricerche compiute da tre gruppi di scienziati, dalla California al Canada. I risultati smontano implacabilmente un secolo di pregiudizi contro i distratti e i sognatori. "Sognare a occhi aperti", come minimo era sinonimo d'indisciplina mentale, scarsa efficienza, incapacità di concludere. Sigmund Freud era ancora più severo, per lui il sognatore diurno era affetto da personalità infantile, in certi casi da nevrosi. Il fenomeno è stato associato anche ai sintomi di psicosi, nei manuali di psichiatria. Una montagna di pregiudizi crolla di fronte alla più recente evidenza scientifica. Sognare a occhi aperti, divagare, lasciare che la propria mente si assenti da quello che stiamo facendo, ha delle funzioni importanti e positive. Anzitutto è una tecnica per sopravvivere, mantenendo l'equilibrio mentale in situazioni inutilmente stressanti. Lo sottolinea l'équipe di ricercatori della University of California-Santa Barbara (Ucsb) diretti da Jonathan Schooler e Jonathan Smallwood. "Quando siamo svegli - dice Smallwood - in media il 30% del tempo lo passiamo a pensare ad altro, la mente va a zonzo e trascura ciò che stiamo facendo. Le punte di distrazione possono raggiungere il 75% del tempo, per esempio se guidiamo su un'autostrada semivuota o siamo bloccati in un ingorgo stradale. Questo è benefico. Senza la capacità di astrarci dal presente la vita sarebbe orribile. La fuga dell'attenzione è una liberazione".

I vantaggi del sognare a occhi aperti hanno addirittura a che vedere con l'evoluzione della nostra specie, secondo un'altra ricerca diretta da Eric Klinger alla University of Minnesota. Nel suo Manuale sull'immaginazione e la simulazione mentale, Klinger spiega che la selezione evolutiva ci ha spinti verso un uso flessibile della nostra attenzione. "Mentre una persona è occupata da un singolo compito - dice lo scienziato - questa facoltà di pensare ad altro mantiene aperto un ventaglio di obiettivi più ampio, lascia intatta la possibilità di perseguire altri scopi". Gli accademici arrivano a giustificare la disattenzione dei loro allievi. Lo studente che durante la lezione si concentra sulla ragazza che gli sta di fronte, forse sta spostando il focus su una missione vitale: la ricerca di una compagna a scopi riproduttivi. Naturalmente ci sono episodi di distrazione solo distruttivi. In alcuni esperimenti, la lettura di Guerra e pace di Tolstoj viene interrotta e la mente va altrove, perché il lettore ha voglia di una sigaretta; oppure perché ha bevuto troppo alcol e questo abbassa la sua attenzione. Ma di per sé il fatto che la lettura di un romanzo sia intervallata da momenti in cui la mente "si assenta", non è negativo. Le cavie di un esperimento di lettura di Jane Austen dimostrano che in mezz'ora ci sono almeno tre episodi di distrazione consapevoli, più altri episodi inconsci di "sogni a occhi aperti".

Kalina Christoff della University of British Columbia sostiene che si alternano ai comandi il nostro "cervello esecutivo", disciplinato e mono-tematico, e una sorta di "cervello di scorta" più sciolto, disinibito, imprevedibile. Il primo tende a riportarci con tutta l'attenzione su ciò che stiamo facendo. Il secondo è il migliore alleato degli inventori, degli artisti, degli spiriti originali. "Per la creatività - dice Jonathan Schooler della Ucsb - è essenziale che la mente possa andare a zonzo, prendersi tanta libertà. Poi però bisogna essere pronti a capire quando è arrivata l'intuizione geniale, e concentrarsi su quella". Se Archimede fosse rimasto a trastullarsi nella sua vasca da bagno, il principio dei corpi immersi nei liquidi oggi non porterebbe il suo nome.

lunedì 11 ottobre 2010

INDICE del libro "Aiuto, mio figlio deve fare i compiti"

Compiti di musica
1. Che palle 'sta ricerca su wikipedia!
2. Come farsi piacere la storia di un compositore di musica classica passando da Britney Spears.

Compiti di geografia
1. Se ti faccio geografia, mi fai matematica?
2. L'allegra comitiva di Peter Pan, Heidi e Snejider

Compiti di scienze
1. Se mi tocca il diario, lo ammazzo.
2. E' meglio essere belle come stelle marine o eleganti come il riccio?

Compiti di storia
1. Non sai neanche usare un lettore mp3!
2. Se tutti gli achei fossero come Brad Pitt

Compiti di storia dell'arte
1. Nn poxo connettermi!
2. partendo da Tarquinio il Superbo si arriva a Federico Moccia

Compiti di religione
1. Sulle figurine dei calciatori ci sono anche io!
2. Dai dodici apostoli ad hasan, che fa il ramadan

Compiti di tecnica
1. Big bubble sui termosifoni per saltare epica
2. I blue jeans che solcano le piramidi d'Egitto

Compiti di flauto
1. Tanto vince la Roma! Te lo sogni...
2. Il mondo di Patty è il flauto magico

Compiti di storia
1. Ma anche tu rispondi così a tua mamma? Scommetto di no.
2. Giovanna d'Arco mi ricorda Susy la ragazza truzza

Compiti di scienze
1. Ormai tutti hanno la ps3 blu ray
2. Crescere su Youtube non è male!