Il libro si può ordinare in una libreria Feltrinelli o sul sito www.lafeltrinelli.it/



martedì 26 ottobre 2010

INTERVISTA TG COM

I compiti? Oggi si fanno online

I social network per apprendere meglio

“Aiuto, mio figlio deve fare i compiti!” è una frase passata per la mente di tutti i genitori che ora è diventata il titolo di un libro. L’autrice, Maila Paone, invita a un uso più massiccio del web nei compiti per casa e condanna le madri che puniscono i figli togliendoli la connessione. Perché “distrarsi è un processo creativo e cognitivo”. Maila tiene un blog dedicato “ai feisbukmaniaci e i feisbukfobici. Per chi si annoia a fare i compiti e si vuole godere ogni attimo della vita”. Il volume non si trova, però, nelle librerie: si prenota alla Feltrinelli o sul sito http://www.lafeltrinelli.it/


È un libro più utile ai ragazzi o alle mamme?I figli dovrebbero comprarlo ai genitori. Mi arrivano mail di mamme che odiano Facebook punto e basta.

La conoscenza appresa su Internet è più superficiale?Sì, ma fino a un certo punto. A mio figlio a scuola hanno fatto scrivere: “Cristoforo Colombo scoprì l’America con tre caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria”. Se vado in internet con lui, oltre alla pagina di Wikipedia dedicata a Cristoforo Colombo, trovo foto e video. Un ragazzino può appassionarsi alle parti di cui era composta una caravella, una bambina ai vestiti del tempo. Si ricavano delle esperienze sensoriali che permettono di ritenere meglio le informazioni perché collegate a un’esperienza emotiva.

Ha fatto leggere il suo libro alle insegnanti di suo figlio?No, ci sto pensando. Ho paura perché dico che la scuola è noiosa, però mi piacerebbe molto.

L’utilizzo dei social network come integrazione o sostituzione?Come integrazione, in cui l’apprendimento avviene in maniera più rilassata.

Secondo un sondaggio pubblicato dalla Commissione europea, un adolescente su otto vive esperienze scioccanti in rete e manca ancora di competenze e di sicurezza nell’uso di internet. Come commenta?Solo 8 o 9 anni fa in Internet c’erano un sacco di maniaci sessuali. Per fortuna, adesso siamo usciti dal Far West dell’anonimato. Si può scegliere di stare in contatto e chattare con chi si conosce. Un consiglio ai genitori: andate in rete con i figli, instradateli e fate comprendere loro come si usa.

Durante il  Congresso della Società italiana di pediatria si è individuata la causa di alcuni disturbi adolescenziali nella mancanza di uno spazio autonomo dedicato al gioco da bambini: i cosiddetti giochi di strada...Sono d’accordo, i bambini devono sporcarsi il più possibile. In piazza si possono incontrare gli amici con cui si è chattato poco prima.

In Gran Bretagna il 40% dei bambini non sa più scrivere in corsivo a causa dell’uso massiccio dei pc…Questa è una cosa che non mi piace. La scrittura è la prima forma di espressione grafica, denota disciplina ed esprime la personalità del bambino. È la prima tappa verso forme più complesse. In Italia, per fortuna, questo problema non ci riguarda ancora.

Le fonti in Internet non sono affidabili al 100 %...I genitori devono guidare i bambini a divagare cercando spunti sulla rete. Poi, però, bisogna tornare al libro di testo arricchiti dalle esperienze sensoriali che si sono fatte guidati dalle proprie emozioni.
Maria Rosa Pavia

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